Roma – Barcellona: una notte da ricordare per sempre

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Il 10 aprile 2018 sarà, da questo momento in poi, una data che rimarrà scolpita nella testa e nel cuore dei tifosi romanisti. Il 3 a 0 rifilato al Barcellona rappresenta qualcosa di straordinario, sia per la prestazione fornita dagli uomini di mister Di Francesco, sia per le emozioni che hanno provato i sessanta mila dell’Olimpico e non solo. Tutta una città intera si è riversata nelle piazze per festeggiare l’ingresso alla semifinale di Champions, che non vedeva protagonista la Roma da ben 34 lunghissimi anni.

La partita perfetta

Pensiamo un attimo al termine perfezione. Ora pensiamo alla partita della Roma contro il Barca. Ecco, queste due frasi vanno di pari passo in tutto e per tutto.

Nella gara di andata si era potuto vedere sì un divario tra le due squadre, ma sicuramente non così netto come faceva trapelare il risultato (4 a 1), influenzato per di più dagli errori dell’arbitro Makkelie e dai due sfortunati autogol di De Rossi e Manolas. Proprio questi due giocatori sono stati, scherzo del destino, gli autori dell’autentica impresa giallorossa. Il primo ha siglato la rete del 2 a 0 su rigore al 13’ del secondo tempo, mentre il secondo ha realizzato di testa il gol dell’insperato 3 a 0 su calcio d’angolo a 8 minuti dal novantesimo. Ad aprire le danze il solito Edin Dzeko, che dopo appena 6 minuti di gioco infila Ter Stegen (come all’andata), dopo un gran lancio proprio del capitano con la maglia numero 16.

L’analisi della partita parte proprio da loro tre, la colonna vertebrale di questa Roma targata Di Francesco. Il modulo di partenza (3-4-1-2) stupisce quanto la presenza di Juan Jesus dal primo minuto. La bravura dell’allenatore nativo di Pescara, è stata proprio quella di mettere la difesa a tre, con Manolas più centrale in modo da esaltarsi nei recuperi, Fazio più largo a destra ad impostare, e il brasiliano sulla sinistra a contenere le scorribande blaugrana.

Pressing alto, intensità e velocità di manovra sono state sicuramente le armi tattiche che hanno permesso ai giallorossi di svolgere la partita perfetta. Qui fondamentale è stato proprio De Rossi, bravo sia in fase difensiva che offensiva, e che insieme a Strootman, è riuscito a tenere la squadra con il baricentro alto.

Nei tre davanti, Nainggolan ha giocato da trequartista con maggior libertà di scelta nelle giocate e sicuramente più vicino a Dzeko. Il bosniaco ha fatto una partita mostruosa: oltre al gol iniziale, si è procurato il rigore, ha pressato per tutta la gara e ha difeso ogni palla con una tenacia impressionante, facendo salire la squadra. Chiedete a Piqué per maggiori informazioni. Un vero e proprio leader. Da non sottovalutare neanche la partita di Schick, finalmente messo nella giusta posizione, cioè come seconda punta, con la capacità di allargarsi e svariare sul fronte offensivo. Deve sicuramente migliorare sotto porta ed essere più cinico.

Notte di sogni, di coppe e di campioni

Come citava Antonello Venditti nella famosa canzone “Notte prima degli esami”, quella di martedì sera è stata per la Roma e per Roma una vera e propria notte di sogni, di coppe e di campioni, dove la squadra giallorossa ha passato l’esame con 30 e lode.

Indelebile sarà il ricordo di questa serata, degli occhi lucidi e dei pianti dei tifosi, increduli davanti a tutto ciò. La festa, dagli spalti dello stadio, si è rivolta nelle strade e nelle piazze della città, che si è tinta di giallorosso fino a tarda notte, per celebrare l’impresa della squadra capitolina.

Mattatore della serata è stato anche il presidente della Roma, James Pallotta, che una volta finita la partita, si è buttato nella storica Fontana dei Leoni a Piazza del Popolo (salvo poi pagare una multa), con attorno molti tifosi giallorossi.

Gli aneddoti storici  

Questa partita ha tanti risvolti che sanno di rivincita, o possibile rivincita, della Roma in campo internazionale. Infatti 11 anni or sono (proprio il 10 aprile, in questo caso del 2007), la squadra capitolina vedeva soffocati i propri sogni di gloria, uscendo con le ossa rotte dall’Old Trafford, con un sonoro 7 a 1 sempre in un ritorno di quarti di Champions League. In quella partita l’allenatore dei Red Devils era Sir Alex Ferguson, che fatalità di cose, si trovava allo stadio Olimpico a godersi il match tra Roma e Barcellona. Nella stessa partita aveva segnato Daniele De Rossi, che a 34 anni suonati ha riscritto una pagina indelebile della storia della sua Roma proprio nel giorno in cui ha eguagliato Totti per presenze in Champions (57).

Giallorossi, che con la vittoria dell’altra sera, hanno “vendicato” anche un’altra sconfitta pesantissima (6 a 1 di quasi tre anni fa), proprio contro il Barcellona di Lionel Messi.

E poi come non pensare a un altro dato interessante. La finale di Kiev è il 26 maggio, che per i tifosi della Roma non suscita sicuramente un bel ricordo, e anche il Liverpool è tra le migliori 4 d’Europa, proprio come 34 anni fa. Chissà se in un colpo solo non si riesca a rimettere tutto a posto. Questo è solo un sogno, ma i sogni si sa, ogni tanto si avverano.

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Pubblicato da Stefano Valente

Stefano Valente nato a Roma il 17 marzo 1994. Laureato alla magistrale "Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo" presso l'università "La Sapienza". Ha lavorato come collaboratore della testata giornalistica online "BasketItaly". Appassionato ed esperto di calcio e basket, e molto vicino alle vicende riguardanti l'AS Roma e la Virtus Roma.