Tempo di lettura: 8 min
Dal 4 al 27 Maggio si è disputata l’edizione 101 del Giro d’Italia. A vincere per la prima volta la maglia rosa è stato Chris Froome del Team Sky che ha trionfato dopo un inizio di Giro molto difficile per lui.
UNA PARTENZA CON UNA SORPRESA E UNA RICONFERMA
La partenza del Giro d’Italia è avvenuta con una cronometro a Gerusalemme, in Israele. La corsa parte con un colpo di scena; durante il giro di ricognizione Chris Froome, uno dei favoriti alla vittoria finale, cade, facendo temere agli organizzatori e agli appassionati un possibile ritiro del britannico ancor prima della partenza. Invece Froome si presenta puntuale alla partenza, ma la sua cronometro va ben al di sotto delle aspettative, complice anche la caduta subita in mattinata. Per gli italiani le speranze erano riposte su Fabio Aru, al suo primo anno con il Team Uae Emirates; ma la cronometro per il sardo sarà un’anticipo di quello che sarà il suo Giro d’Italia, con il culmine che è arrivato durante la tappa del Sestriere che ha visto il sardo ritirarsi dalla corsa. Il suo tempo non è dei migliori e nelle tappe successive andrà sempre in difficoltà. Ottima cronometro per Domenico Pozzovivo, che vista l’assenza di Vincenzo Nibali, si presenta al Giro d’Italia come capitano e uomo di classifica per il team Bahrain Merida. Il siciliano infatti si rivela fin da subito come uno dei ciclisti più agguerriti per la conquista della maglia rosa. Il giro d’Italia 2018 inizia come si era concluso quello dello scorso anno, con Tom Dumoulin, vincitore del Giro 2017, che vince la prima tappa.
LA SORPRESA YATES
Tre Tour de France, due Vuelta di Spagna. Questo era il bilancio di Simon Yates, ciclista britannico del team Mitchelton, nei grandi giri. Quest’anno ha debuttato al Giro d’Italia per aiutare il suo compagno di squadra Esteban Chaves a vincere. Simon, fratello di Adam, invece ha sorpreso tutti durante la Caltanisetta-Etna; quando con il secondo posto dietro a Chaves, vincitore di tappa, ha conquistato la maglia rosa, ponendo diversi interrogativi agli appassionati curiosi di sapere chi tra Chaves e Yates avrebbe avuto l’appoggio della Mitchelton. Il britannico è stato sempre tra i primi del gruppo, non facendosi mai sorprendere e anzi aumentando il vantaggio sui rivali: partendo dalla tappa vinta sul Gran Sasso e mostrando una dinamicità che non si vedeva da anni da parte della maglia rosa. A rompere gli equilibri in casa Mitchelton è stata la Penne-Gualdo Tadino. Esteban Chaves la notte precedente aveva avuto problemi con un forte mal di gola: per il colombiano sarà la giornata più drammatica al Giro d’Italia poiché arriva al traguardo con un ritardo di circa 25 minuti perdendo la seconda posizione in classifica e allontanandosi definitivamente dall’obiettivo maglia rosa. Questo gioca a favore di Yates, che vince anche la Assisi- Osimo, mentre alcuni dei suoi rivali più temuti come Froome perdono terreno nei suoi confronti, prima delle dure tappe dello Zoncolan e della Tolmezzo-Sappada. Simon Yates stupisce tutti e anche in queste tappe si difende come meglio non si potrebbe. Sullo Zoncolan arriva il trionfo di Froome, che pone le basi per la sua rimonta, ma Yates è l’ultimo ad arrendersi al britannico del Team Sky e termina secondo. Il capolavoro di Yates arriva a Sappada dove vince la tappa e arrivando al meglio alla crono di Rovereto dove pur non vincendo si difende con onore. Il suo crollo vede culminarsi nella Venaria Reale-Bardonecchia dove arriva con quasi 30 minuti di ritardo, perdendo la maglia rosa in favore di Froome. Per Yates il Giro d’Italia 2018 rimane comunque molto positivo, considerando anche la giornata di crisi vissuta a Bardonecchia, che è stata decisiva per le sorti del Giro d’Italia. Continuando così però, il britannico potrà togliersi molte soddisfazioni.
IL RISCATTO DI FROOME
Dopo tanti anni in cui aveva rifiutato, Chris Froome ha sciolto le riserve e ha deciso di partecipare all’edizione 2018 del Giro d’Italia. Dato tra i grandi favoriti alla vigilia, il britannico ha vinto il Giro d’Italia centrando la tripla corona, traguardo riservato a chi ha vinto oltre al Giro anche Tour de France e Vuelta di Spagna. Eppure per Froome il Giro d’Italia non era iniziato nel migliore dei modi, con la caduta nella crono di Gerusalemme che lo ha portato lontano dalle prime posizioni sin dall’inizio. I guai per Froome non sono finiti ed un’altra caduta è arrivata nella tappa che vedeva l’arrivo a Montevergine (nello stesso punto in cui era caduto a Gerusalemme). Gli esperti consideravano quasi impossibile una sua rimonta per puntare alla vittoria finale, mentre per alcuni il massimo a cui poteva aspirare era il podio. Il riscatto di Froome arriva con la tappa che termina sul Monte Zoncolan; il britannico scatta a 4 km dall’arrivo. Froome con la vittoria di tappa arriva a ridosso del terzo posto di Domenico Pozzovivo. Il giorno seguente il britannico arriva attardato al traguardo di Sappada scendendo al settimo posto nella classifica generale. Con il quinto posto alla cronometro di Rovereto, Froome arriva al quarto posto in classifica generale, ma l’impresa più bella il britannico la compie nella Venaria Reale-Bardonecchia. Alla partenza Froome parte quarto con quasi quattro minuti di ritardo da Yates. Quando mancano 80 km alla fine, scatta con una grande fuga (a molti ha ricordato Marco Pantani e Fausto Coppi), e grazie alla sua squadra, che per tutto il Giro d’Italia è sempre rimasta stabilmente tra le prime del gruppo, vince e conquista una maglia rosa che sembrava impossibile solamente alcuni giorni prima. Per il britannico sicuramente un traguardo meritato. Chris Froome è il vincitore del Giro d’Italia 2018 e diventa il settimo ciclista nella storia ad aver vinto i tre grandi giri (Giro, Tour e Vuelta). Per Froome però c’è molta apprensione per quanto riguarda la sentenza, che dovrà arrivare a breve, riguardo la sua positività alla Vuelta dello scorso anno. In caso di squalifica il Giro d’Italia andrebbe a Tom Dumoulin.
LA PASSIONE DEL GIRO
Il Giro d’Italia attrae sempre numerosi spettatori e regala sempre una grande cornice di pubblico, con la gente che sin dal mattino aspetta in trepidante attesa il passaggio dei ciclisti in gara. Anche in televisione gli appassionati aspettano e seguono la gara. Proprio i telespettatori sono stati penalizzati, poiché in alcuni frangenti con il gruppo compatto, a molti è risultato difficile riconoscere la maglia rosa, confondendola con la maglia, molto simile, dei ciclisti del Team Education first. Il Giro 2018 verrà ricordato anche per la maglia ciclamino di Elia Viviani, riservata al vincitore della classifica a punti; per il ciclista veneto un ottimo Giro d’Italia, che lo ha visto trionfare in quattro tappe. Buonissimo Giro d’Italia anche quello di Domenico Pozzovivo, a lungo in lotta per vittoria finale; il siciliano della Bahrain Merida paga la crisi avuta nella tappa di Bardonecchia, accontentandosi alla fine comunque di un buon quinto posto al termine di un Giro d’Italia in cui spesso è stato ignorato dalla stampa e dall’opinione pubblica. Giro d’Italia invece flop per Fabio Aru. Partito con grandi ambizioni e aspettative, il sardo è stato sin dall’inizio in grossa difficoltà, sembrando di subire troppo la pressione quando si corre il Giro d’Italia.