Il Pianura e il sogno sfumato, dalla possibile C2 al fallimento

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Nello sport molte sono le favole che belle o incompiute che siano rimangono comunque negli annali. L’esempio più recente nel calcio è il Leicester salvatosi solamente all’ultima giornata nel 2015 e capace dopo un solo anno di vincere per la prima volta nella sua storia la Premier League. Tra le  favole a metà rientra certamente il caso del Pianura, squadra dell’omonimo quartiere napoletano che nel 2010 non andò in Serie C per la mancanza di un campo adeguato.

Partenza  a rilento

Tutto cambiò per la società campana con l’avvento di due fratelli: Antonio e Lino Cafasso. La loro passione portò grandi risultati sul piano sportivo, due promozioni consecutive dalla Prima Categoria all’Eccellenza, con la terza che sfumò trovandosi di fronte una squadra come la Casertana. Sotto la guida di Enzo Potenza e con un bomber come Salvatore, per gli appassionati “Sasà” Montaperto, nel 2008 arrivò la D. La proprietà della squadra era ambiziosa e il massimo campionato dilettantistico sarebbe dovuto essere solo un trampolino di lancio per categorie più importanti. Dopo aver mancato la vecchia C2 per nove punti, l’intenzione era quella di riprovare a vincere il campionato nel 2009-2010.

Furono presi giocatori di spessore per la categoria come Tommaso Manzo, che in quel campionato segnò 14 reti, e Antonio Del Sorbo. Tra gli altri componenti della rosa c’era Gaetano Letizia, che poi andrà a giocare nel Carpi e nel Benevento. Come allenatore fu scelto l’esperto Domenico “Mimi” Gargiulo. Le basi per fare un ottimo campionato c’erano tutte, ma inspiegabilmente il Pianura non ebbe un avvio da squadra che voleva  vincere: nelle prime sei giornate, l’unica vittoria fu quella alla terza contro la Turris 3-1, con il cambio di marcia che arrivò alla settima giornata.

Una partita nella storia

Il cambio di passo portò il team campano a risalire la classifica. Grande rivale fu un’altra squadra campana, il Neapolis del presidente Mario Moxedano, lo stesso che dieci anni prima portò il Savoia di Torre Annunziata in B. A fine campionato il Pianura arrivò secondo dietro al Neapolis. Per tentare la scalata alla C2 rimanevano i playoff, dove dopo aver eliminato agevolmente il Sant’Antonio Abate, rivelazione di quel campionato, la squadra allenata da Gargiulo trovò nella finale del girone la squadra beneventana del Forza e Coraggio, la cui storia sarà simile a quella del Pianura (dopo aver tentato per due anni di andare in C2, è fallita nell’estate 2011). Nella partita finale il Pianura dimostrò il suo grande carattere, dopo essere passata in svantaggio con Caruso, ribaltò il risultato vincendo 4-1 e accedendo ai playoff nazionali.

Dopo aver passato il triangolare, la squadra campana trovò in semifinale il Carpi, che aveva alcuni componenti che lo accompagneranno alla storica scalata alla A. L’andata fu un trionfo per la formazione romagnola che vinse con un netto 5-0. Il ritorno doveva essere una formalità, allo stadio Simpatia, campo dove gioca il Pianura e che i due presidenti hanno provveduto a rimodernare mettendo l’erba sintetica, all’ingresso in campo i tifosi locali esposero uno striscione ”Yes we can” spronando i loro idoli a un’impresa proibitiva. Che qualcosa stesse cambiando lo si intuì quando a poco meno di dieci minuti dall’inizio il Pianura stava in vantaggio 2-0. Perini segnò la rete che fece rifiatare il Carpi, ma la partita è senza storia: i padroni di casa vincono 6-1, basterebbe una rete soltanto e si andrebbe in finale. A tre minuti dalla fine il Pianura conduceva 7-2. In pieno recupero Tommaso Manzo con una rete in rovesciata fece esplodere di gioia i supporters locali, coloro che sin dall’inizio esponendo quello striscione avevano creduto nell’impresa, diventata ora realtà.

La fine del sogno

La clamorosa rimonta portò i campani a giocare la finale contro il Matera.Si giocò a Chieti, l’entusiasmo era tanto, fu creato anche un Pianura club a Lione, in Francia. La finale fu amara, i lucani vinsero in pieno recupero con una rete di De Vecchis, il rammarico era tanto, ma con le voci che volevano tanti club non iscritti ai rispettivi campionati la stagione successiva, il Pianura sarebbe potuto essere ripescato in C2. Il problema grande sarebbe stato trovare uno stadio in cui giocare, il Simpatia era inadeguato al professionismo, quindi i Cafasso si misero in contatto per chiedere la disponibilità del San Paolo, ma una convenzione tra comune di Napoli e la squadra partenopea vietava a qualunque squadra il suo utilizzo.

Si sondò la disponibilità del Collana, al Vomero, ma qui fu registrata una forte opposizione da parte dei residenti della zona: si disse che essi volevano solo eventi sportivi, ma non il calcio, portando nello sconforto i presidenti che, vedendo anche molto ostracismo nei confronti della loro squadra, decisero (nonostante fosse certo il ripescaggio in Lega Pro seconda divisione) di non iscrivere nemmeno la loro squadra alla D per il torneo successivo, sancendo di fatto la scomparsa del Pianura. A nulla valsero i tentativi dei tifosi di convincere la società a desistere. La squadra nacque di nuovo e attualmente si trova in Promozione. L’obiettivo della nuova società, ora presieduta da Pietro Di Costanzo, è tornare il prima possibile in D, riprendendo quel percorso interrotto bruscamente dieci anni fa.

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Pubblicato da Christian Scala

Romano, diplomato al liceo linguistico Hegel, frequenta il corso di Scienze della Comunicazione all'Università Roma tre. Grande passione per il ciclismo e appassionato di calcio, ha collaborato con Centro Mare Radio e attualmente scrive per Torremare e L'ortica, due riviste online.