Tempo di lettura: 7 min
Il 3-0 schiacciante con cui l’Atletico ha “seppellito” il Marsiglia di Garcia, sembra lasciare poco spazio alle interpretazioni della gara. L’ennesima vittoria del cholismo, la sfortuna di Payet che dovrà rinunciare anche ai mondiali, il dominio di Griezmann. Abbiamo provato a raggruppare gli spunti che questa partita ha lasciato in questa competizione, in vista della prossima stagione.
Il tramonto del “sole” Payet
L’infortunio al 30’esimo minuto di Payet rappresenta forse il finale più malinconico e “ingiustamente giusto” dell’epilogo stagionale del 31enne. In dubbio per tutto il pre-partita, Payet è dovuto uscire in lacrime, dovendo rinunciare a disputare quella che era in parte la sua finale. L’ex West Ham era stato autore di una stagione fin qui con i fiocchi. Messo al centro del progetto tecnico e diventato “il sole” del sistema solare di tutto il Marsiglia, Payet rappresenta la forma più estetica, pura e romantica del trequartista vecchio stampo. Il sistema di gioco di Rudi Garcia gli permette in sostanza di fare quello che vuole. Il francese è “autorizzato” a non rientrare in fase difensiva, potendo spaziare e scegliere in libertà dove poter ricevere palla, per poi scaricarla ai compagni di reparto.
Inizio dirompente dei francesi: Payet serve Germain che manda a lato l’ottima assistenza dell’ex giocatore del West Ham. Ma la sfortuna si accanisce sull’OM. L’errore di Anguissa in disimpegno (che ha portato al gol di Griezmann) e il successivo infortunio di Payet hanno di fatto consegnato nelle mani dell’Atletico il trofeo di 12 kg dell’Europa League. L’aver toccato quel trofeo durante l’ingresso in campo, vietato per scaramanzia a tutti gli addetti ai lavori, è stato forse interpretato come gesto di sfida verso gli dei del calcio. Con il fantasista in campo forse sarebbe stata un’altra partita. Ma essere “l’ultimo trequartista del vecchio millennio” o “il sole da cui le altre stelle ruotano” comporta un prezzo da pagare. Un conto salatissimo, causato soprattutto dalla sfortuna.
La grandezza del diavolo
Che Griezmann abbia deciso con una doppietta la finale non fa di certo notizia. Eppure, anche in questa partita, si è vista la capacità del francese di calarsi ancora una volta nel concetto di “Cholismo”. Plasmato perfettamente nel sistema di gioco del cholo Simeone, Griezmann, ha dato ancora una volta dimostrazione di essere diventato uno degli attaccanti più forti del mondo. Il processo di crescita che ha avuto in questi anni all’Atletico lo ha portato a consacrarsi come un attaccante perfetto e moderno. La sintesi del suo gioco può essere così riassunta: classe cristallina a servizio della squadra. Le petite diable è il pretoriano perfetto per Simeone.
Il francese rappresenta al meglio il concetto di gioco del tecnico rojiblanco. Quantità e qualità nell’attaccare, e soprattutto nel difendere. Ciononostante, la finale di Lione potrebbe essere l’ultima partita disputata con i colchoneros per Griezmann. Da tempo sulle sue tracce c’è il Barcellona, pronto a consegnare a Valverde un giocatore polivalente. La voglia di formare una sorta di “Avengers del calcio” con Suarez, Messi e Coutinho, e il prestigio di indossare una delle maglie più storiche e vincenti della storia calcio, potrebbe avere la meglio sul francese. Tuttavia, l’addio all’Atletico non sembra essere così scontato.
Negli ultimi giorni infatti, il ct della Francia, Didier Deschamps sembrerebbe aver consigliato al calciatore di rimanere ancora un altro anno all’Atletico alla corte di Simeone. L’idea romantica di restare un altro anno nella capitale (da protagonista indiscusso) si oppone all’ambizione di giocare nel Barça, squadra che non gli potrebbe garantire un ruolo da prima donna al pari dei top players catalani. Cosa sceglierà le petit diable?
Il cholismo vince ancora
Due finali di Champions perse ma anche quattro successi complessivi tra Europa League e Supercoppa Europea. Il palmares fin qui ottenuto non può che dare ragione alla filosofia vincente di Simeone. Nonostante le 4 giornate di squalifica, El Cholo ha comunque saputo motivare i suoi. L’Atletico ha messo in campo le sue solite armi: umiltà, spirito di sacrificio e determinazione. Per vincere le finali, aveva dichiarato Koke in conferenza stampa, ci vuole “el Corazon”, e i colchoneros ne hanno da vendere.
La bravura del tecnico argentino è quella di compattare l’ambiente nei momenti di difficoltà, stimolando l’intera rosa. Dopo anni, sarebbe stato fisiologico immaginare un calo. La paternità è da attribuire al terzo posto raggiunto nei gironi di Champions League, complice anche la straordinaria cavalcata europea della Roma. Eppure Simeone ha saputo tirar fuori di nuovo il meglio dai suoi giocatori. Troppo importante vincere l’Europa League, la terza in 8 anni. Troppo importante dimostrare che è presto per lasciare l’Atletico, che il ciclo è ancora aperto e che Simeone e l’Atletico sono ancora felicemente innamorati.
Cosa resterà?
L’Atletico ha sfruttato immediatamente la chance di potersi giocare la Supercoppa Europea ad agosto, dimostrando che il suo posto è tra le primissime in Europa. La superiorità tecnica e l’esperienza erano dalla parte dell’Atletico, ma i meriti del Marsiglia sono molti. Il progetto ambizioso dei francesi è di fatto agli inizi. Garcia è riuscito a dare un’impronta alla squadra che, con qualche ritocco, potrebbe dire la sua anche in Champions League. Il torneo disputato dall’OM è stato ottimo e rappresenta la base su cui poter ripartire. Troppo ampio al momento il divario con l’Atletico, avanti a livello sportivo e manageriale.
Tuttavia il futuro del Marsiglia nel caso in cui riuscisse a tenere i suoi pilastri e a rinforzare a livello qualitativo la rosa, si prospetta roseo e luminoso.
Menzione finale va fatta per l’Europa League di quest’anno. Il torneo sta sicuramente crescendo per il prestigio che offre. La possibilità per i vincitori della competizione di approdare direttamente alla prima fascia dei gironi della Champions, rappresenta un’occasione ghiotta per tutti. È evidente e sotto gli occhi di tutti, come la seconda competizione europea per club stia crescendo sotto tutti i punti di vista. Lunga vita all’Europa League.