Euroleague 2020/21 – Team Focus: Zalgiris Kaunas, la sorpresa delle sorprese

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Dopo l’addio estivo di Jasikevicius nessuno si sarebbe immaginato di vedere lo Zalgiris Kaunas nelle zone alte della classifica. E invece, pronti via e quattro vittorie su quattro partite, frutto di una fiducia e di un sistema di gioco per nulla intaccati dall’allontanamento di una figura così ingombrante come quella dell’attuale coach del Barcellona. Siamo solo a poco più di un decimo della stagione ma la squadra lituana ha già messo a soqquadro tutti i pronostici fatti alla vigilia.

Up – Attacco ben strutturato e classe lituana al potere

ZalgirisCiò che sorprende dello Zalgiris è la compattezza, unita a una grinta e a un cinismo, del gruppo allenato magistralmente da Martin Schiller. È in attacco che i lituani sinora stanno mettendo tutte le avversarie in riga: primi per offensive rating (spaziale 120.5 punti segnati su 100 possessi, con l’Olympiacos, l’inseguitore diretto, staccatissimo a 114.6), secondi per assist (18.8 di media, dietro solo l’Efes) e percentuale da tre punti (41%, alle spalle unicamente del Fenerbahce), pur mantenendo un pace (ritmo della partita) piuttosto basso, ovvero da penultimo posto (65.7 possessi a partita, va più “piano” soltanto lo Zenit). Queste cifre confermano che le vittorie non sono state frutto del caso.

Tante squadre europee, inoltre, fanno dipendere l’andamento della loro stagione da un core di americani, spesso “mercenari” (nel senso neutrale del termine) che cambiano club dopo uno o due stagioni. Lo Zalgiris è l’eccezione che conferma la regola: difatti, seppur ci siano alcuni tasselli made in USA fondamentali come Rubit, Vasturia e soprattutto Hayes e Walkup, le sorti del Kaunas sono strettamente legate alle prestazioni dei lituani Lekavicius, Jankunas, Geben, Jokubaitis (classe 2000, play/guardia con carattere e letture già da alta Eurolega), Milaknis e, in particolar modo, Marius Grigonis, il leader emotivo e colui che, mentre da una parte del campo è impegnato a marcare la star avversaria (alternandosi con Walkup e Jokubaitis), dall’altra è il designato a gestire i palloni più pesanti. La Lituania, e lo Zalgiris nel caso specifico, si dimostra, ancora una volta, una scuola di pallacanestro con pochi eguali al mondo.

Down – Talento non troppo diffuso, difesa potenzialmente con deficienze

I verdi di Kaunas sono in un momento idilliaco, forse fin troppo perfetto, non dissimile da quello che ha caratterizzato l’ultima parte della stagione 2019/20. Di conseguenza sembra complicato prevedere il mantenimento di un andamento simile, a maggior ragione considerando l’altra faccia della medaglia del non avere un go-to-guy ben definito, ossia l’assenza di qualcuno in grado di togliere le castagne dal fuoco nelle fasi più delicate di una partita e di una stagione. Grigonis sta dimostrando di poter assumere questo ruolo in caso di necessità, ma riuscirà a confermarsi nel lungo periodo?

Un altro difetto che potrebbe costare caro nelle 30 giornate rimanenti di regular season è la scarsa fisicità nella propria metà campo. Sinora la squadra di coach Schiller è stata la sesta miglior difesa per efficienza della competizione (in testa vi è il Fenerbahce) ma i limiti sono già stati messi in chiara luce: Lauvergne è un buon protettore del ferro in situazioni dinamiche, meno in caso di attacco avversario a metà campo, e Geben e Rubit, per motivi diversi, non sono affidabili nella copertura del pitturato per troppi minuti. In aggiunta, tutti gli esterni, aldilà di Walkup, sono poco atletici e di conseguenza, quando viene meno lo sforzo corale, la situazione per i lituani tende a complicarsi.

Player Focus – Lukas Lekavicius

zalgirisIn un collettivo così ben amalgamato Lukas Lekavicius è il sesto uomo ideale per coach Schiller, poiché in grado di dare un’accelerata al ritmo della sua squadra e di elevare il livello tecnico dei compagni. Playmaker classe 1994 di soli (stando ai dati ufficiali di Euroleague) 180 cm, il nativo di Šilalė, cittadina sita a 150 km da Kaunas, è alla quinta stagione in carriera con allo Zalgiris, club in cui è tornato nell’estate 2019 dopo due anni al Panathinaikos.

Nelle 4 partite giocate nell’annata 2020/21 Lekavicius ha confermato la crescita mostrata nella passata stagione (chiusa a 10.5 punti e 2.8 assist di media, entrambi massimi in carriera), eccellendo in fase di costruzione dell’attacco tramite pick and roll, il quale, vedendolo coinvolto da palleggiatore, frutta sempre o una schiacciata per Lauvergne/Geben, o una riapertura per i tiratori o una “lacrima” dal centro dell’area, il suo marchio di fabbrica.

I punti di forza di Lekavicius riguardano la velocità, legata alla minor statura, per battere sul primo passo il difensore e l’impatto che è in grado di generare senza avere troppo la sfera tra le mani (spesso quando in campo con lui c’è Walkup, Lukas inizia l’azione lontano dalla palla). Da segnalare anche un eccellente miglioramento, nel corso della carriera, dell’efficacia del tiro da tre punti, arma sempre più letale, ma di cui non abusa, del suo ampio repertorio: lo scorso anno ha realizzato il 38.5% dei tentativi da oltre l’arco dei 6.75, mentre nella stagione 2020/21 è complessivamente a 4/7.

Il problema più grande del suo gioco è, come facilmente intuibile, la difesa. Essere così piccolino è un grosso deficit e, nei casi in cui i compagni non sono in grado di metterci una pezza con raddoppi e/o rotazioni, gli avversari hanno vita facile nel trovare la via del canestro. Escludendo questo limite fisico, Lekavicius resta comunque uno dei giocatori più belli e concreti da vedere sui parquet di tutta Europa.

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Pubblicato da Matteo Puzzuoli

Classe 1999, autore presso "Lega Basket Serie A" e studente magistrale di "Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo" a La Sapienza di Roma. Appassionato di pallacanestro a 360 gradi, collabora anche per il sito overtimebasket.com