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E’ la stagione 1995/96 e Fabio Capello non ha dubbi: il Milan può mettere le mani sull’unico trofeo continentale che manca in bacheca, la Coppa Uefa. La seconda coppa europea per importanza degli anni ’90 ha infatti lo stesso valore “simbolico”, mediatico e qualitativo della Champions League del nuovo format. Nonostante il Bordeaux sia avversario scomodo, l’occasione è troppo ghiotta soprattutto nell’ottica double: i rossoneri, lanciati verso la conquista del loro 15° scudetto, si presentano nel retour match dello “Chaban-Delmas” forti della positiva prestazione nella gara di andata a San Siro e possono chiudere la stagione con il doppio successo italiano e continentale.
San Siro ammira Zidane
Nella partita di andata a San Siro, Stefano Eranio di giustezza nel primo tempo e Roberto Baggio con una pennellata su calcio piazzato nella ripresa sembrano mettere la parola fine ai sogni continentali dell’undici transalpino. Tra le fila girondine, brilla luminoso il talento di Zinedine Zidane, trequartista tutto fare e trascinatore del Bordeaux vittorioso qualche mese prima in Coppa Intertoto (5 le marcature decisive con la maglia dei Girondins negli 8 match disputati).
L’ex fantasista del Cannes illumina la notte milanese con giocate di altissima scuola ma il talento, in alcune circostanze, non basta. L’undici di Gernot Rohr è chiamato all’impresa titanica in Francia. Zidane ha invece dimostrato di essere un giocatore completo e pronto per palcoscenici di alto rango. Nel precedente turno di Coppa Uefa contro il Betis, un suo sinistro di prima intenzione da 40 metri al Benito Villamarin di Siviglia è valso il passaggio del turno.
Tra critiche e rumors: Milan in difficoltà
Il doppio vantaggio nel match di andata non è garanzia di accesso alle semifinali per i rossoneri che vivono comunque il momento più complicato della loro stagione: nonostante il primo posto in Serie A, è fresca e bruciante la sconfitta nel derby con l’Inter. Lo 0-1 firmato Marco Branca ha messo a nudo i limiti di una squadra in evidente debito di ossigeno e dalle polveri bagnate. Serve una dimostrazione di forza e il passaggio del turno in Europa rappresenta una ghiotta occasione per riemergere dalle sabbie mobili della critica. A complicare oltremodo l’ambiente, si aggiungono i rumors su Fabio Capello: le indiscrezioni più autorevoli lo danno come primo candidato alla panchina del Real Madrid per la stagione 1996/1997. Il Bordeaux percepisce le difficoltà a tutto tondo dell’avversario e l’allenatore dei Girondini, il tedesco Gernot Rohr, fiuta l’impresa.
Abisso rossonero
A Bordeaux, il Milan vede i sorci verdi: al 14′ Didier Tholot supera in scivolata Mario Ielpo su assist di Bixente Lizarazu. L’1-0 francese è solo l’inizio della fine per il Milan: i rossoneri accusano il colpo e nella ripresa è la doppietta di Christophe Dugarry – promesso sposo rossonero – a dare il colpo di grazia al sodalizio milanese e al sogno semifinali. Per i Girondini ci sarà l’ostacolo Slavia Praga nel turno successivo. La squadra ceca, nello stesso turno, ha infatti eliminato un’altra italiana, la Roma di Carlo Mazzone, in un finale thrilling.
Consacrazione
La serata del 19 marzo 1996, oltre a quella che nel linguaggio calcistico odierno potremmo definire “remuntada“, è griffata Zinedine Zidane, maglia numero 7 e talento da vendere: già nel giro della nazionale maggiore, Zizou fa ammattire Baresi e compagni. Più di tutti, ne fa le spese il suo connazionale Marcel Desailly, stordito da tunnel e “veroniche” che diventeranno un marchio di fabbrica del trequartista transalpino. L’enfant prodige guiderà poi il Bordeaux fino alla finale Uefa, arresosi poi all’ultimo atto contro il Bayern Monaco di Jurgen Klinsmann e Lothar Matthäus.
Nel giugno 1996 il talento e l’immensa classe di cui Zidane dispone non passano di certo inosservate: si scatena una serratissima asta europea. Il blitz decisivo è firmato da Luciano Moggi che lo strappa alla concorrenza e lo porta alla Juventus campione d’Europa in carica. I primi mesi in bianconero sono difficili ma è solo un appannamento momentaneo: Zidane incanta Italia ed Europa, consacrandosi a livello mondiale.