Tempo di lettura: 5 min
Lo sport è ricco di storie incredibili e alcune di queste riguardano vincitori a sorpresa. In questa categoria, nel ciclismo, fa parte Maurice Garin. Professione spazzacamino, nel 1903 vinse la prima edizione del Tour de France.
Umili origini
Maurice Garin nasce nel 1871 a Arvier, piccolo comune della Valle d’Aosta. I suoi genitori sono contadini e la sua è una famiglia, come ce ne sono molte in Italia in quel periodo, che lotta ogni giorno contro la povertà. La famiglia Garin ha quattro figli e dopo diverso tempo ne arriveranno altri cinque. La vita diventa molto dura e, per cercare di sfuggire alla povertà, prendono una drastica decisione: andare a vivere in Francia. Maurice Garin inizia a lavorare come spazzacamino, impiego certamente faticoso ma molto richiesto in quel periodo a causa dell’elevato numero di camini e ciminiere presenti in Francia. Il lavoro gli permette di aiutare economicamente la famiglia e Garin inizia a spostarsi, arrivando a lavorare anche in Belgio.
La scoperta della bicicletta
Quando finisce di lavorare, Garin come svago trova molto utile pedalare lungo le strade francesi in bicicletta. L’italiano si appassiona cosi tanto al nuovo strumento che decide di partecipare ad alcune corse. Il ciclismo in quel periodo viene corso senza molta organizzazione, le strade polverose fanno da cornice a gare dove ognuno corre come può e ben pochi sono i ciclisti professionisti. Il 1895 è un anno importante per Garin dato che vince la sua prima corsa, la Guingamp-Morlaix-Guingamp, e l’anno seguente si aggiudica la Parigi-Mons, gara che si corre tra Francia e Belgio.
Giornata storica quella del 18 aprile 1897, quando l’italiano vince per la prima volta una delle grandi classiche del ciclismo, la Parigi-Roubaix. La vittoria è storica anche perché è la prima vittoria italiana in una corsa del genere. Da quel momento in poi, Maurice Garin diventò per i francesi “Le Petit Ramoneur” (il piccolo spazzacamino). Un anno dopo bissa il successo alla Parigi-Roubaix.
Il Tour de France
“Il piccolo spazzacamino” sta diventando un campione e nel 1901 viene accolta la sua richiesta di avere la cittadinanza francese. Tale domanda viene voluta dallo stesso Garin per gratitudine nei confronti della Francia, paese che lo aveva accolto e grazie al suo lavoro gli aveva permesso di avere qualche soldo. Questo è anche il motivo per cui le vittorie seguenti verranno riconosciute come vittorie francesi. Nel 1903 Henry Desgrange, direttore del quotidiano “L’auto” ed ex ciclista, per rialzare le vendite del suo quotidiano su suggerimento di Géo Lefèvre, ideò una corsa che attraversava tutta al Francia e così nacque il Tour de France. Maurice Garin decide di partecipare alla gara che iniziò il primo luglio ed era costituita da sei tappe, ognuna lunga circa 400 km, con tre giorni di riposo tra una tappa e l’altra. Sin dalla prima tappa, Montgeron-Lione, Garin dimostra di essere in buona condizione, vincendo la tappa e diventando leader della corsa.
Nelle tappe successive si difende e il successo nelle due tappe finali, Bordeau-Nantes e Nantes-Parigi, permettono a Maurice Garin di vincere la prima storica edizione del Tour de France. Ma non indossò la maglia gialla poiché questa verrà introdotta nel 1919. L’anno successivo potrebbe cogliere uno storico bis, ma fu un’edizione fortemente condizionata da atti di violenza. Durante la prima tappa Garin e Lucien Pothier sono aggrediti con bastoni e pugni da alcuni tifosi e a Giovanni Gerbi vengono spezzate le dita di una mano. Nonostante le difficoltà Maurice Garin vince il Tour de France 1904, ma tale successo fu annullato a novembre quando i primi quattro classificati furono squalificati per aver preso il treno per aumentare il vantaggio.
Il ritiro
Garin fu squalificato, tentò di tornare senza successo alle gare e si ritirò. Si mise a gestire un distributore di benzina che durante la seconda guerra mondiale fu distrutto dai bombardamenti. “Il piccolo spazzacamino” si spense il 19 febbraio 1957. Dopo la sua morte è ancora ricordato e nel 2009 il Tour de France passò nella sua città natale per omaggiare uno dei primi campioni del ciclismo.